mercoledì 8 marzo 2017

Che Inc... fregatura essere Donne!

Otto marzo!
Una festa che ultimamente piace più agli uomini che alle donne..
E ci credo! Cazzo! 
In un giorno solo, quasi increduli e indispettiti dal nostro "lascia stare, è una festa inutile!", pensano di ripulire la coscienza karmica del cromosoma Y!
E che cazzo!
Io l'otto marzo non lo voglio festeggiare. Dovrebbe essere abolito!
Mi ricorda soltanto che essere donna è una grande fregatura. Per non essere volgari!
Ci festeggiano, ormai, per il nostro essere "forti", indistruttibili, moderne fenici che ogni volta resuscitano dalle proprie ceneri.
Le donne ce la fanno sempre, e ci credo, per forza!
Non abbiamo alternative.

Ci comportiamo da veri uomini, a discapito di femminilità e sensualità. Di dolcezza e accoglienza. 
Praticamente poi, lasciamo perdere, siamo bravissime a montare i mobili e a cambiarci l'olio motore nelle macchine, ma non sappiamo cucinare!
E sento donne che sono anche felici di questo.
Ma poi, davvero?
Siamo davvero così soddisfatte di tutta questa fatica che ci accolliamo per dimostrare di essere più forti degli uomini?

E, solo il fatto di dover sempre dimostrare di essere più forti degli uomini, non ribadisce che in realtà, per natura, non lo siamo?
Non ci viene in mente che alla fine i "furbetti" in tutta questa storia della parità sono proprio loro? Quelli che noi avremmo voluto "punire"?
Io personalmente, indipendente e emancipata, libera e cazzuta, un paio di passetti indietro li farei volentieri... 

venerdì 24 febbraio 2017

Paure

Entro.
Qua è tutto bianco. Manca uno specchio. Quello specchio.
C'è silenzio. Troppo silenzio. Quel silenzio.

Il posto migliore per farle uscire tutte, le mie paure.

Quelle strane bestie che mi sono state spesso sconosciute. Che non conosco.
Che vorrei guardare negli occhi e prendere in giro, sbeffeggiarle.
Quelle paure che sfocano l'immagine che ho di me.
Che mi fanno pensare di essermi persa.

Quelle paure che si bloccano all'altezza della bocca dello stomaco, esattamente sotto lo sterno, che fanno passare male l'aria, che rendono difficile sorridere senza tremare, parlare occhi negli occhi, che rendono complicato pensare, che abusano del mio corpo, del mio cervello, che mi posseggono.

Sono arricciate dentro la mia anima tra di loro, non mi permettono di esistere nel presente ma soltanto in un futuro imprevedibile.
Eppure, le sento così legate al passato.

Lotto contro di loro con la razionalità.
Le silenzio solo dormendo. Così mi ricarico per lottare ancora.

Le odio! 

Dovrei tirarle fuori una per una, qua, sbatterle sul pavimento ripetutamente fino a vederle, una ad una, scomparire.
Ma è una cosa da coraggiosi.

Perchè tirandole fuori potrei anche ottenere l'esatto contrario. Potrei dar loro ancora più forza, potrei venirne completamente inghiottita.

E in questa stanza manca lo specchio.
E c'è troppo silenzio.
E così, sono troppo poco coraggiosa!

Prendo contatto con me stessa, vado a ricercare il mio di specchio, quello interiore, quello dove è custodita la vera immagine di me, quello specchio che racchiude i colori e la musica dei miei pensieri.
Così ci sarà anche meno silenzio.

E diventa tutto più confortevole.






Finalmente!

Finalmente.Benvenuti in questa mia stanza bianca. 
Vuota e luminosa. 
Una sedia e un tavolino al centro; per ora ci sono solo io, ma so che in questa stanza bianca siamo in tanti.
Portatevi le sedie, state tranquillamente in piedi immobili, appoggiatevi alla parete, portatevi un divano, un tavolino, sdraiatevi per terra. 
Qua ognuno sarà se stesso, nessun giudizio, solo confronto e arricchimento. Perchè è quello di cui abbiamo bisogno.
Finalmente.
Finalmente perchè mi mancava terribilmente scrivere. E perchè scrivere solo per me stessa, comunque, mi da poca soddisfazione. Perchè alla fine sono vanitosa.
Finalmente.
Nessuno saprà chi sono, ma mi conoscerete meglio di tanta gente che chi sono, invece, pensa di saperlo benissimo.
Nessuno saprà chi sono, perchè in certe stanze l'età, l'altezza, la provenienza, il peso, il colore degli occhi e dei capelli, ha poca importanza.
In questa stanza sarò però me stessa. 
Così come mi alzo ogni mattina. Contenta o malinconica, spettinata, con i jeans strappati o in completo Armani, con le ciabatte o col tacco dodici, 
Parecchio profonda o estremamente leggera.
Finalmente.
Per una volta, zero aspettative.
Se un giorno non scriverò, nessun senzo di colpa. Se un giorno avrò voglia di scrivere dieci volte, ben venga!
Nessuno schema, nessuna regola. Nessun canone che io voglia rispettare. 
Niente da tenere sotto controllo.
Finalmente!